Miserotti: «Perso il treno». Fabbri: «La valutazione di fattibilità è iniziata» | |
Arturo, un gigante che semina scorie e malattie? Il presidente dell'ordine dei medici Giuseppe Miserotti interviene sulla possibilità di avviare un'indagine epidemiologica sulla popolazione a più di 20 anni dalla scomparsa della centrale caorsana sulla scena del nucleare. Non torna la partenza delle indagini dopo così tanti anni. |
venerdì 23 luglio 2010
«Indagine epidemiologica? Troppo tardi»
giovedì 22 luglio 2010
«Per 20 anni non servirà costruire centrali nucleari»
Interviene Il Cnel
ROMA - «Per i prossimi venti anni non c'è una domanda elettrica aggiuntiva che giustifichi la costruzione di nuove grandi centrali nucleari in Italia». È un passaggio dello studio della Fondazione per lo sviluppo sostenibile realizzato per conto del Cnel, sugli scenari elettrici post-crisi, presentato ieri a Roma. «La messa in funzione di centrali nucleari - prosegue il rapporto - comporterebbe la chiusura anticipata di centrali termoelettriche convenzionali ancora efficienti e influirebbe sulla riduzione dello sviluppo delle fonti rinnovabili». Un processo, quest'ultimo, che «sarebbe assolutamente controproducente rallentare», dal momento che l'efficienza energetica e le rinnovabili sono opzioni già in atto nel Paese.
Nel caso dell'efficienza energetica, si tratta dell'opzione economicamente più conveniente, secondo il rapporto, mentre lo sviluppo delle fonti rinnovabili, «entro il prossimo decennio, avrà un forte impulso tecnologico e potrebbe diventare una delle attività trainanti delle esportazioni».
Lo studio suggerisce che per i prossimi 20 anni, venga sviluppata e applicata la cattura e sequestro della Co2. «Una tecnologia innovativa, con grandi potenzialità di sviluppo - si legge nella ricerca - con la quale l'Italia non partirebbe in ritardo, come per il nucleare ma potrebbe essere tra i primi Paesi al mondo».
La ricerca del Cnel è la prima che considera come chiave di volta il 2009, l'anno della crisi. Anno in cui l'energia elettrica richiesta è calata del 6,7%, cioè 22 TWh in meno del 2008, mentre nel decennio pre-crisi era aumentata del 25%. Lo studio ipotizza due scenari di crescita del settore elettrico nel suo insieme. In entrambi, le rinnovabili giocano un ruolo importante.
Le due prospettive tengono conto della domanda e del mix energetico. Quest'ultimo è la variabile tra le due ipotesi. Nel primo caso, si è tenuto conto delle tendenze che hanno recentemente caratterizzato la crescita delle diverse componenti della produzione elettrica. Nel secondo, si fa riferimento agli obiettivi della politica energetica ambientale della Ue che spinge di più sulle rinnovabili. Nel primo scenario, il Cnel ipotizza un impatto sulla creazione di nuova occupazione di oltre 51mila unità (41mila da rinnovabili) dove, l'eolico è il segmento capace di fornire il 50% dei nuovi posti di lavoro. Ancora più roseo il secondo scenario, in base al quale, la nuova occupazione raggiungerebbe quota 102mila persone (99mila solo da rinnovabili) e in questo caso a trainare la richiesta di occupazione sarebbero l'eolico ed il fotovoltaico capaci di coprire oltre i due terzi dei nuovi occupati.
Libertà 22/07/2010 pagina 7
Nel caso dell'efficienza energetica, si tratta dell'opzione economicamente più conveniente, secondo il rapporto, mentre lo sviluppo delle fonti rinnovabili, «entro il prossimo decennio, avrà un forte impulso tecnologico e potrebbe diventare una delle attività trainanti delle esportazioni».
Lo studio suggerisce che per i prossimi 20 anni, venga sviluppata e applicata la cattura e sequestro della Co2. «Una tecnologia innovativa, con grandi potenzialità di sviluppo - si legge nella ricerca - con la quale l'Italia non partirebbe in ritardo, come per il nucleare ma potrebbe essere tra i primi Paesi al mondo».
La ricerca del Cnel è la prima che considera come chiave di volta il 2009, l'anno della crisi. Anno in cui l'energia elettrica richiesta è calata del 6,7%, cioè 22 TWh in meno del 2008, mentre nel decennio pre-crisi era aumentata del 25%. Lo studio ipotizza due scenari di crescita del settore elettrico nel suo insieme. In entrambi, le rinnovabili giocano un ruolo importante.
Le due prospettive tengono conto della domanda e del mix energetico. Quest'ultimo è la variabile tra le due ipotesi. Nel primo caso, si è tenuto conto delle tendenze che hanno recentemente caratterizzato la crescita delle diverse componenti della produzione elettrica. Nel secondo, si fa riferimento agli obiettivi della politica energetica ambientale della Ue che spinge di più sulle rinnovabili. Nel primo scenario, il Cnel ipotizza un impatto sulla creazione di nuova occupazione di oltre 51mila unità (41mila da rinnovabili) dove, l'eolico è il segmento capace di fornire il 50% dei nuovi posti di lavoro. Ancora più roseo il secondo scenario, in base al quale, la nuova occupazione raggiungerebbe quota 102mila persone (99mila solo da rinnovabili) e in questo caso a trainare la richiesta di occupazione sarebbero l'eolico ed il fotovoltaico capaci di coprire oltre i due terzi dei nuovi occupati.
Libertà 22/07/2010 pagina 7
giovedì 8 luglio 2010
Manifesto NoNuke Piacenza
OGGI DICIAMO ANCORA NO
Per un'Italia libera dal nucleare,
per lo sviluppo dell'efficienza energetica
e per un futuro basato sulle fonti rinnovabili
Per un'Italia libera dal nucleare,
per lo sviluppo dell'efficienza energetica
e per un futuro basato sulle fonti rinnovabili
- LE NUOVE CENTRALI NON SERVONO
- L'IMPORTAZIONE DI ENERGIA DIPENDE DA MOTIVAZIONI ECONOMICHE E SPECULATIVE
- NON E' VERO CHE CON L'ENERGIA NUCLEARE SI RISPARMIA
- CON IL NUCLEARE RINUNCIAMO A NUOVI POSTI DI LAVORO
- QUESTO NUCLEARE NON E' SICURO
- NON ESISTE ANCORA UNA PROCEDURA DI DISMISSIONE DELLE CENTRALI
Le tecniche e le procedure devono però essere ancora messe a punto e deve essere verificata in sito la loro efficacia.
- NON ESISTE UN DEPOSITO NAZIONALE, NE' COMUNITARIO, NE' MONDIALE PER LO STOCCAGGIO DEFINITIVO DELLE SCORIE AD ALTA ATTIVITA'
- DAL NUCLEARE CIVILE IL PLUTONIO, MATERIA PRIMA PER LE ARMI NUCLEARI
- LE CENTRALI NUCLEARI SONO UN OBIETTIVO SENSIBILE
- IL NUCLEARE NON GARANTIRA' IL RISPETTO DEGLI ACCORDI SUL CLIMA
- LA PRODUZIONE NUCLEARE RAPPRESENTA UN SISTEMA CENTRALIZZATO E ANTIDEMOCRATICO
- LA VERA ALTERNATIVA SONO L'EFFICIENZA ENERGETICA, IL RISPARMIO E LE FONTI RINNOVABILI
Iscriviti a:
Post (Atom)