lunedì 18 ottobre 2010

Legambiente prende distanze dal Pd «Per Caorso contrari al centro-ricerca del nucleare di quarta generazione»

CAORSO - Il nome di Caorso è associato alla storia dell'energia nucleare ma il tecnopolo di Piacenza, con l'Erse, potrebbe diventare polo di eccellenza nella ricerca applicata alle fonti rinnovabili. Ripartire da qui, dal progetto Apollon sul fotovoltaico, quindi, per sbrogliarsi da tutte le tipologie di nucleare. Anche quelle di quarta generazione. Ed è su questo obiettivo che Pd e Legambiente si dividono: «Non condividiamo affatto - dichiara l'associazione ambientalista - la richiesta alla Regione di sostenere la ricerca sulla quarta generazione di reattori nella speranza che possa risolvere i nostri problemi energetici e ambientali così come siamo assolutamente contrari alla proposta di fare di Caorso un luogo di ricerca per il nucleare di quarta generazione».

«VALORIZZARE ERSE E LEAP» - Sull'altro piatto della bilancia, oltre all'ipotesi di lavorare su nuove invenzioni come il fotovoltaico organico, Legambiente mette le risorse piacentine: «Le forze politiche purtroppo ignorano che a Piacenza abbiamo l'Erse, punto di eccellenza europea se non mondiale con il proprio progetto Apollon di ricerca sul fotovoltaico a concentrazione e con i progetti sulle smart-grid e sulle altre fonti rinnovabili; e abbiamo inoltre il Leap con le sue ricerche nel campo della generazione di energia termica ad alta efficienza, dell'energia da biomassa, del solare fotovoltaico e dell'eolico». Niente di più lontano quindi dalla volontà di sperimentare la quarta generazione a Caorso. Il nucleare inoltre, secondo Legambiente, potrebbe incidere minimamente sul problema più urgente del "riscaldamento globale" e non in tempi utili.

I MOTIVI DEL "NO" - Non ci sono solo le ombre dei costi, ma anche il rischio di un buco nell'acqua. «Innanzitutto da un punto di vista ambientale il nucleare di quarta generazione non serve a risolvere gli attuali e immediati problemi energetici dell'Italia né tantomeno quelli legati ai cambiamenti climatici. E' risaputo infatti che l'aumento di due gradi della temperatura media planetaria è da ritenersi come l'incremento massimo accettabile per evitare conseguenze catastrofiche e la concentrazione massima accettabile di anidride carbonica nell'atmosfera, secondo le previsioni degli esperti, potrà arrivare a 450 ppm, contro l'attuale concentrazione media di 387 ppm. Considerando quindi l'attuale tendenza di crescita di CO2 e gas serra, potremmo raggiungere la soglia critica entro il prossimo decennio o poco più». Non convincono poi i tempi, prosegue Legambiente: «Non dimentichiamo che il nucleare di quarta generazione potrebbe forse offrire fra 30 anni un contributo assolutamente marginale alla produzione di energia, relativo alla sola produzione di elettricità, che costituisce appena un terzo dei consumi di fonti primarie. L'obiettivo dell'Unione Europea è invece quello di ridurre il nostro fabbisogno di fonti primarie del 40 per cento entro il prossimo decennio».
e. m.

Libertà 17/10/2010 pagina 41

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