domenica 24 ottobre 2010

Nucleare: un'opportunità per il nostro territorio?!

Sento il bisogno di intervenire nel dibattito aperto dai nostri politici Foti e Polledri, in merito alle opportunità che il nucleare darebbe al nostro territorio.
Se fosse un nuovo progetto, potremmo essere colti da impreparazione, ma siccome questa è una storia che ben conosciamo, personalmente non riesco a trovarle queste ipotetiche opportunità.
E' proprio per questo che ho il bisogno di provare a raccontare una storia vecchia e cercare di esprimere un pensiero su queste moderne opportunità nucleari.
Certezze nella vita non ne ho molte, ma una delle poche è che ogni processo chimico-fisico produce prodotti diversi (così la nostra società nello sfruttamento dell'ambiente e nelle attività industriali produce prodotti per il suo fabbisogno) ed insieme gli scarti, i rifiuti dello stesso processo (così tra i tanti rifiuti, la nostra società eroga sottoprodotti diversi che provvedono all'inquinamento e alla proliferazione di malattie quali il cancro, le leucemie, allergie di ogni tipo e mutazioni biologiche e genetiche).
Queste sono una parte delle opportunità che ci siamo dati con il nostro modello di sviluppo;
penso che quando un politico sostiene la riqualificazione del territorio dovrebbe sapere che non può passare tra le maglie dell'inquinamento prodotto dal suo piano di riqualificazione solo perché prevede produzioni che presuppongono che girino molti soldi.
Che risposta si sono dati i nostri politici alla domanda che sorge spontanea:
riusciremo noi a riqualificare e a promuovere le nostre eccellenze agro-alimentari quali pomodoro, aglio, formaggi, insaccati, vino, ecc. con un bell'impianto nucleare ex novo, fermo restando tutto il pattume radioattivo che fa già parte della nostra storia?
Crediamo noi che gli isotopi radioattivi facciano bene al nostro territorio e alle persone che lo abitano?
Eppure, lo sappiamo che il trizio è un isotopo che entra direttamente nella catena alimentare in tempi brevissimi e noi lo stiamo ancora subendo per le scelte del passato.
E questo è solo un esempio.
Anche oggi, come in passato, abbiamo una programmazione in merito che prevede di non sapere dove collocare ne' le vecchie scorie e tanto meno le nuove;
non esiste un'agenzia di controllo, è un progetto dove gli investitori chiedono delle garanzie enormi, è un progetto sicurissimo, che però nessuna assicurazione al mondo assicurerebbe, è un progetto che ci pone ancora in balia di presunzione e bugie, è un progetto teso a fare soldi e non energia, è un progetto che non mette a confronto tutta la società civile ma che si impone a essa con prepotenza e arroganza:
non è che Caorso ha già dato, è che Caorso avrebbe dovuto insegnare.
Cosa?
Ad esempio che questo passato che personalmente ho vissuto ci ha rubato un territorio intriso della cultura e della partecipazione dei cittadini:
mi riferisco alle lanche di Roncarolo, all'isola De Pinedo e a tutto il bacino compreso tra gli sbarramenti di isola Serafini e la centrale elettronucleare, dove Enel ha devastato tutto ciò che ha toccato senza alcun rispetto per ambiente e persone, in questi luoghi dove il fiume era una parte attiva dell'economia, dove la vita della fauna ittica è condizionata dall'assenza di un canale che permetta la naturale risalita delle specie per la loro riproduzione, dove la pulizia dei fondali che era prevista dagli accordi sanciti tra Enel e il comune di Monticelli nel 1957 è sempre stata elusa.
Devo anche sottolineare che questa estate, ad una manifestazione, il sindaco di Monticelli ha trovato il modo di premiare Enel per l'impegno sul nostro territorio, in cambio di pochi spiccioli per gestire musica, birra e torta fritta:
non so se mi fa più schifo o più spavento, quando vedo compiere questi gesti.
Ma per tornare alle opportunità per il territorio, chiedo se abbiamo bisogno di una nuova centrale elettronucleare per ottenere ciò che non ci ha dato quella precedente:
se si osserva, il nostro territorio e il comune di Caorso non brillano certamente per punti di eccellenza derivanti dall'insediamento nucleare ed i soldi che circolano nelle casse del comune del sindaco Callori sono derivati dal contributo spettante al decommissioning, ovvero allo smantellamento di Arturo.
E sempre per riqualificare il territorio i soldi sono stati convertiti in un maquillage di facciata per la sede del comune e un pò di porfido e sanpietrini sparsi qua e la e anche di discutibile gusto;
poi per il resto è rimasto un paese della bassa con piccole case, senza architetture di pregio, dove solo nella dignità dei residenti si riesce a trovare l'unica vera eccellenza.
Una dignità che ha reso possibile anche sopportare il primo insediamento, nella cui costruzione gli occupati dai paesi limitrofi e da Caorso erano poche anime, il resto dipendenti di aziende subappaltatrici che tra i turni di lavoro dormivano male e mangiavano in qualche maniera, lontani da casa e alla ricerca di un Eldorado che non hanno certamente trovato a Caorso.
Per sintetizzare, i caorsani grazie alla centrale elettronucleare ed a tutti i vantaggi che avrebbe garantito loro averla nel proprio territorio non mangiano in piatti d'oro, con posate d'argento, bicchieri di cristallo, tovagliame di fiandra, pasteggiando a caviale e champagne e aspettando che il maggiordomo fuoriesca con la Ferrari dall'autorimessa:
io la storia non la conosco così e se le nuove opportunità devono servire a un manipolo di già ricchi per arricchirsi ulteriormente credo che in questi frangenti non interessino a nessuno.
Esistono progetti seri ed innovativi per l'energia, che rendono partecipi tutti i cittadini e che non arricchiscono solo pochi speculatori che colgono al volo quelle opportunità che la politica crea ad hoc per loro.
E poi per dirla tutta, ancora con il nucleare?
Quattro centrali che hanno funzionato globalmente a mezzo servizio con costi superiori a quanto abbiano reso in energia.
Ogni giorno, per ogni kilowatt consumato, noi devolviamo una percentuale di quanto paghiamo alla dismissione degli impianti, senza tra l'altro vederne una dismessa:
questo è un impegno economico che grava sulle spalle della comunità e che dovrebbe rientrare nel calcolo delle costo del nucleare;
ma come è possibile eseguire una stima di costo effettivo se tutta la parte dell'eredità improduttiva, dei rifiuti prodotti dal e con il nucleare, non ha ancora trovato una soluzione?
Ciò accade in tutto il mondo e non solo in Italia ed i politici dovrebbero dirlo:
ma questo è solo un piccolo aspetto delle bugie che vengono pedissequamente raccontate in tema di energia.
Si continua a sostenere che il nucleare è un bisogno ed è insostituibile, quando i dati forniti dal gestore della rete non lasciano molti dubbi:
ad oggi abbiamo la possibilità di produrre il doppio dell'energia rispetto al fabbisogno giornaliero e anche per quanto riguarda l'acquisto di energia a basso costo derivante dal nucleare di altri paesi è una mezza verità:
le reti di distribuzione non sono nazionali bensì europee ed il ciclo produttivo elettronucleare non prevede la possibilità di spegnimento della produzione, per cui gli esuberi vengono messi in rete a costi bassi e praticamente chi usufruisce di questo servizio non è un vigliacco che non si fa carico delle sue responsabilità ma utilizza un bene che in quel momento ha una produzione in esubero.
Per cui, concludendo, sulle opportunità io credo che siano altre quelle del e per il territorio:
una seria opportunità sarebbe data dal confronto tra i cittadini che sul territorio ci abitano, alla ricerca di equilibri rispettosi dell'ambiente, con un occhio al passato e la coscienza rivolta al futuro, che non lasci una eredità scellerata ai nostri figli.

Gianpaolo Bardini

Pubblicata da Libertà il 29/10/2010 a pagina 45

1 commento:

  1. La testimonianza di un cittadino di Caorso che ha vissuto la storia del suo paese e probabilmente anche di molti tradimenti da parte di chi a suo tempo pensava che una centrale nucleare fosse il simbolo della modernità. In realtà oggi sappiamo che le scelte del nucleare sono state fatte anche in altri Paesi per motivi che poco hanno scarsa correlazione con l'energia pulita quanto per motivi di strategia militare. L'appassionata valutazione di Gianpaolo corrisponde a emozioni e sentimenti che appartengono alla storia sua e delle persone e dei concittadini che le hanno condivise. Per questo meritano molto rispetto; quanto al nucleare che oggi si vorrebbe niente da aggiungere oltre a quanto già ben espresso nella lettera. Ultima considerazione: inutile aggiungere inquinamento ad altro inquinamento tra i più insidiosi e pericolosi. Giuseppe Miserotti

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