La maggioranza si ricompatta con il Pd che "sacrifica" l'atomo di quarta generazione. Minoranza spaccata sul documento di Cavalli
Bologna - Tre risoluzioni, tre, sono state illustrate dal Pd, dal Movimento cinque stelle e da Stefano Cavalli della Lega Nord, tutte a chiedere che si dica "no" al ritorno del nucleare a Caorso. Il Pd "perde" il nucleare di quarta generazione dai suoi obiettivi ma in cambio la maggioranza si compatta, intercettato il consenso di un agguerrito Movimento cinque stelle che ha ritirato la sua risoluzione in cambio dell'emendamento sulla quarta generazione. Il maxi-accorpamento del piacentino Marco Carini e del resto della maggioranza è stato approvato anche se con il "no" di tutta la minoranza, Cavalli incluso: la Regione ne è uscita con un forte segnale politico. «Avanti - ha esclamato Stefano Bonaccini del Pd, rivolgendosi agli "avversari" politici - fateci l'elenco dei Paesi europei dove si stanno facendo impianti come quello che sventolano in Italia. Se avesse vinto il centrodestra alle regionali avremmo già il nucleare qui. E invece grazie alla Regione state certi che non ci tornerà». La minoranza si è spaccata sul voto, dato che il documento di Stefano Cavalli della Lega nord ha incontrato il "no" del Pdl e il consigliere piacentino Andrea Pollastri, sempre del Pdl, si era già dileguato quando, alle 18 passate, è stato il momento di alzare la mano. Ecco come sono andate le cose, ieri pomeriggio a Bologna.
CAORSO ALZA LE BARRICATE - «Saluto i cittadini di Caorso». Così Matteo Richetti, presidente dell'assemblea legislativa dell'Emilia Romagna, ha aperto il consiglio di ieri pomeriggio, con quel saluto gentile come a dire "Abbiamo capito che ci siete", certo che quel gruppetto di una quindicina di caorsani doc non se ne sarebbe andato tanto facilmente senza aver prima sentito che il nucleare in Regione e a Caorso incontrerà la barricata, e anche bella alta, della Regione.
IL PD "PERDE" IL NUCLEARE DI QUARTA - Il segnale forte è arrivato a maggioranza coesa anche se il Pd ha fatto un passo indietro e ha tolto dal suo documento l'accenno alla possibilità di ricerca sul nucleare di quarta generazione. Un passo indietro chiesto dal Movimento cinque stelle che in cambio di questo retrofront («Il nucleare di quarta non esiste, non c'è, è una chimera» ha spiegato Giovanni Favia) è finito nel documento del resto della maggioranza.
CAVALLI, "UN CENTRO DI RICERCA O IL DEPOSITO? NO, GRAZIE" - Ma perché Cavalli ha votato "no" al documento della maggioranza? «Bisogna essere onesti - ha spiegato - Caorso ha già dato tantissimo (la Gabriella Meo dei Verdi precisa: «Caorso ha già dato? Tutti i punti d'Italia hanno già dato»). Sì, nella Lega ci sono diverse visioni e non me ne vergogno: io dal ‘99 ho sempre detto che sono contrario al nucleare. Non voto la mozione del Pd perché sono contrario anche a un centro di ricerca, alla centrale di quarta generazione e al deposito di scorie nucleari. No, grazie, non voglio tutto questo». «A conferma dello spirito democratico che da sempre mi muove - continua l'esponente del Carroccio - con il testo da me presentato, impegno l'esecutivo guidato da Errani a subordinare l'eventuale realizzazione d'impianti nucleari, centri di ricerca e siti di stoccaggio sul territorio emiliano e romagnolo, all'approvazione di un quesito referendario da sottoporre ai cittadini interessati».
PDL, "SCORIE ANCHE NEL GIARDINO DI CASA" - Il reggiano Fabio Filippi del Pdl, il consigliere a cui è dedicato il gruppo su Facebook "Le scorie nucleari a casa di Filippi" dato che aveva dichiarato che si sentiva sicuro al punto da proporsi come "giardino" dove accoglierle, dice: «Io guardo avanti, non abbiamo altre formule matematiche per sviluppare energia». E così anche Vecchi del Pdl precisa che «col vostro sole e le vostre stelle non so se riuscirete a dare l'energia necessaria».
CARINI, "NON MONETIZZIAMO LA SALUTE" - Carini replica: «Perché comprare cose vecchie senza ancora sapere a cosa serviranno dato che non c'è un piano energetico? In questi giorni il sottosegretario Roberto Castelli ha detto con franchezza che entro 4 anni la centrale di Caorso deve essere attivata per farne grande uso verso la Lombardia. L'atteggiamento del sindaco di Caorso Fabio Callori è poco chiaro ma noi diciamo con forza che non monetizziamo la salute».
MA CE N'È ANCHE PER IL FOTOVOLTAICO - Votazione fatta. L'assemblea va avanti. E chiuso il nucleare si parla di come vietare l'installazione di ulteriori impianti fotovoltaici di potenza superiore a 10 kw su terreno permeabile favorendone invece la posa sugli edifici e di come disciplinare gli impianti di pannelli fotovoltaici a terra. E a questo proposito sembra che stia lavorando proprio un "provvedimento ponte" dell'assessore regionale Sabrina Freda.
ELISA MALACALZA
Libertà 27/10/2010 pagina 24
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