martedì 7 dicembre 2010
Riunione Coordinamento No Nuke Piacenza Giovedì 9 Dicembre ore 21
Ordine del giorno:
- organizzazione del banchetto per la raccolta firme
- discussione documento Viadana
- insediamento a Caorso della scuola di radio protezione
- certificazione delle firme raccolte
- varie ed eventuali
Il coordinatore di No Nuke Piacenza
Gianpaolo Bardini
venerdì 19 novembre 2010
lunedì 1 novembre 2010
Riunione Coordinamento No Nuke Piacenza giovedì 18 novembre ore 21
La riunione si terrà alla Cooperativa Lupi in via Taverna 137 a Piacenza.
Ordine del giorno:
- organizzazione di un dibattito pubblico a livello provinciale a cui saranno invitate tutte le forze politiche, le associazioni per l'ambiente, i comitati spontanei, i medici del settore ambientale, i cittadini, la stampa e la televisione, per fare chiarezza sulle diverse posizioni;
- apertura di un conto poste-pay per raccogliere fondi per il Coordinamento;
- promozione del blog del Coordinamento;
Vi segnaliamo che nei mesi di Novembre e Dicembre si realizzeranno punti di raccolta firme a favore delle energie rinnovabili e contro il nucleare.
Previsti banchetti nei prossimi sabati mattina:
chi è disponibile si faccia avanti rispondendo a questa mail.
Il coordinatore di No Nuke Piacenza
Gianpaolo Bardini
mercoledì 27 ottobre 2010
«Nucleare, no a Caorso»
Forte segnale da Bologna
Bologna - Tre risoluzioni, tre, sono state illustrate dal Pd, dal Movimento cinque stelle e da Stefano Cavalli della Lega Nord, tutte a chiedere che si dica "no" al ritorno del nucleare a Caorso. Il Pd "perde" il nucleare di quarta generazione dai suoi obiettivi ma in cambio la maggioranza si compatta, intercettato il consenso di un agguerrito Movimento cinque stelle che ha ritirato la sua risoluzione in cambio dell'emendamento sulla quarta generazione. Il maxi-accorpamento del piacentino Marco Carini e del resto della maggioranza è stato approvato anche se con il "no" di tutta la minoranza, Cavalli incluso: la Regione ne è uscita con un forte segnale politico. «Avanti - ha esclamato Stefano Bonaccini del Pd, rivolgendosi agli "avversari" politici - fateci l'elenco dei Paesi europei dove si stanno facendo impianti come quello che sventolano in Italia. Se avesse vinto il centrodestra alle regionali avremmo già il nucleare qui. E invece grazie alla Regione state certi che non ci tornerà». La minoranza si è spaccata sul voto, dato che il documento di Stefano Cavalli della Lega nord ha incontrato il "no" del Pdl e il consigliere piacentino Andrea Pollastri, sempre del Pdl, si era già dileguato quando, alle 18 passate, è stato il momento di alzare la mano. Ecco come sono andate le cose, ieri pomeriggio a Bologna.
CAORSO ALZA LE BARRICATE - «Saluto i cittadini di Caorso». Così Matteo Richetti, presidente dell'assemblea legislativa dell'Emilia Romagna, ha aperto il consiglio di ieri pomeriggio, con quel saluto gentile come a dire "Abbiamo capito che ci siete", certo che quel gruppetto di una quindicina di caorsani doc non se ne sarebbe andato tanto facilmente senza aver prima sentito che il nucleare in Regione e a Caorso incontrerà la barricata, e anche bella alta, della Regione.
IL PD "PERDE" IL NUCLEARE DI QUARTA - Il segnale forte è arrivato a maggioranza coesa anche se il Pd ha fatto un passo indietro e ha tolto dal suo documento l'accenno alla possibilità di ricerca sul nucleare di quarta generazione. Un passo indietro chiesto dal Movimento cinque stelle che in cambio di questo retrofront («Il nucleare di quarta non esiste, non c'è, è una chimera» ha spiegato Giovanni Favia) è finito nel documento del resto della maggioranza.
CAVALLI, "UN CENTRO DI RICERCA O IL DEPOSITO? NO, GRAZIE" - Ma perché Cavalli ha votato "no" al documento della maggioranza? «Bisogna essere onesti - ha spiegato - Caorso ha già dato tantissimo (la Gabriella Meo dei Verdi precisa: «Caorso ha già dato? Tutti i punti d'Italia hanno già dato»). Sì, nella Lega ci sono diverse visioni e non me ne vergogno: io dal ‘99 ho sempre detto che sono contrario al nucleare. Non voto la mozione del Pd perché sono contrario anche a un centro di ricerca, alla centrale di quarta generazione e al deposito di scorie nucleari. No, grazie, non voglio tutto questo». «A conferma dello spirito democratico che da sempre mi muove - continua l'esponente del Carroccio - con il testo da me presentato, impegno l'esecutivo guidato da Errani a subordinare l'eventuale realizzazione d'impianti nucleari, centri di ricerca e siti di stoccaggio sul territorio emiliano e romagnolo, all'approvazione di un quesito referendario da sottoporre ai cittadini interessati».
PDL, "SCORIE ANCHE NEL GIARDINO DI CASA" - Il reggiano Fabio Filippi del Pdl, il consigliere a cui è dedicato il gruppo su Facebook "Le scorie nucleari a casa di Filippi" dato che aveva dichiarato che si sentiva sicuro al punto da proporsi come "giardino" dove accoglierle, dice: «Io guardo avanti, non abbiamo altre formule matematiche per sviluppare energia». E così anche Vecchi del Pdl precisa che «col vostro sole e le vostre stelle non so se riuscirete a dare l'energia necessaria».
CARINI, "NON MONETIZZIAMO LA SALUTE" - Carini replica: «Perché comprare cose vecchie senza ancora sapere a cosa serviranno dato che non c'è un piano energetico? In questi giorni il sottosegretario Roberto Castelli ha detto con franchezza che entro 4 anni la centrale di Caorso deve essere attivata per farne grande uso verso la Lombardia. L'atteggiamento del sindaco di Caorso Fabio Callori è poco chiaro ma noi diciamo con forza che non monetizziamo la salute».
MA CE N'È ANCHE PER IL FOTOVOLTAICO - Votazione fatta. L'assemblea va avanti. E chiuso il nucleare si parla di come vietare l'installazione di ulteriori impianti fotovoltaici di potenza superiore a 10 kw su terreno permeabile favorendone invece la posa sugli edifici e di come disciplinare gli impianti di pannelli fotovoltaici a terra. E a questo proposito sembra che stia lavorando proprio un "provvedimento ponte" dell'assessore regionale Sabrina Freda.
ELISA MALACALZA
Libertà 27/10/2010 pagina 24
lunedì 25 ottobre 2010
domenica 24 ottobre 2010
Nucleare: un'opportunità per il nostro territorio?!
Se fosse un nuovo progetto, potremmo essere colti da impreparazione, ma siccome questa è una storia che ben conosciamo, personalmente non riesco a trovarle queste ipotetiche opportunità.
E' proprio per questo che ho il bisogno di provare a raccontare una storia vecchia e cercare di esprimere un pensiero su queste moderne opportunità nucleari.
Certezze nella vita non ne ho molte, ma una delle poche è che ogni processo chimico-fisico produce prodotti diversi (così la nostra società nello sfruttamento dell'ambiente e nelle attività industriali produce prodotti per il suo fabbisogno) ed insieme gli scarti, i rifiuti dello stesso processo (così tra i tanti rifiuti, la nostra società eroga sottoprodotti diversi che provvedono all'inquinamento e alla proliferazione di malattie quali il cancro, le leucemie, allergie di ogni tipo e mutazioni biologiche e genetiche).
Queste sono una parte delle opportunità che ci siamo dati con il nostro modello di sviluppo;
penso che quando un politico sostiene la riqualificazione del territorio dovrebbe sapere che non può passare tra le maglie dell'inquinamento prodotto dal suo piano di riqualificazione solo perché prevede produzioni che presuppongono che girino molti soldi.
Che risposta si sono dati i nostri politici alla domanda che sorge spontanea:
riusciremo noi a riqualificare e a promuovere le nostre eccellenze agro-alimentari quali pomodoro, aglio, formaggi, insaccati, vino, ecc. con un bell'impianto nucleare ex novo, fermo restando tutto il pattume radioattivo che fa già parte della nostra storia?
Crediamo noi che gli isotopi radioattivi facciano bene al nostro territorio e alle persone che lo abitano?
Eppure, lo sappiamo che il trizio è un isotopo che entra direttamente nella catena alimentare in tempi brevissimi e noi lo stiamo ancora subendo per le scelte del passato.
E questo è solo un esempio.
Anche oggi, come in passato, abbiamo una programmazione in merito che prevede di non sapere dove collocare ne' le vecchie scorie e tanto meno le nuove;
non è che Caorso ha già dato, è che Caorso avrebbe dovuto insegnare.
Cosa?
Ad esempio che questo passato che personalmente ho vissuto ci ha rubato un territorio intriso della cultura e della partecipazione dei cittadini:
Devo anche sottolineare che questa estate, ad una manifestazione, il sindaco di Monticelli ha trovato il modo di premiare Enel per l'impegno sul nostro territorio, in cambio di pochi spiccioli per gestire musica, birra e torta fritta:
non so se mi fa più schifo o più spavento, quando vedo compiere questi gesti.
Ma per tornare alle opportunità per il territorio, chiedo se abbiamo bisogno di una nuova centrale elettronucleare per ottenere ciò che non ci ha dato quella precedente:
se si osserva, il nostro territorio e il comune di Caorso non brillano certamente per punti di eccellenza derivanti dall'insediamento nucleare ed i soldi che circolano nelle casse del comune del sindaco Callori sono derivati dal contributo spettante al decommissioning, ovvero allo smantellamento di Arturo.
E sempre per riqualificare il territorio i soldi sono stati convertiti in un maquillage di facciata per la sede del comune e un pò di porfido e sanpietrini sparsi qua e la e anche di discutibile gusto;
poi per il resto è rimasto un paese della bassa con piccole case, senza architetture di pregio, dove solo nella dignità dei residenti si riesce a trovare l'unica vera eccellenza.
Una dignità che ha reso possibile anche sopportare il primo insediamento, nella cui costruzione gli occupati dai paesi limitrofi e da Caorso erano poche anime, il resto dipendenti di aziende subappaltatrici che tra i turni di lavoro dormivano male e mangiavano in qualche maniera, lontani da casa e alla ricerca di un Eldorado che non hanno certamente trovato a Caorso.
Per sintetizzare, i caorsani grazie alla centrale elettronucleare ed a tutti i vantaggi che avrebbe garantito loro averla nel proprio territorio non mangiano in piatti d'oro, con posate d'argento, bicchieri di cristallo, tovagliame di fiandra, pasteggiando a caviale e champagne e aspettando che il maggiordomo fuoriesca con la Ferrari dall'autorimessa:
io la storia non la conosco così e se le nuove opportunità devono servire a un manipolo di già ricchi per arricchirsi ulteriormente credo che in questi frangenti non interessino a nessuno.
Esistono progetti seri ed innovativi per l'energia, che rendono partecipi tutti i cittadini e che non arricchiscono solo pochi speculatori che colgono al volo quelle opportunità che la politica crea ad hoc per loro.
E poi per dirla tutta, ancora con il nucleare?
Quattro centrali che hanno funzionato globalmente a mezzo servizio con costi superiori a quanto abbiano reso in energia.
Ogni giorno, per ogni kilowatt consumato, noi devolviamo una percentuale di quanto paghiamo alla dismissione degli impianti, senza tra l'altro vederne una dismessa:
questo è un impegno economico che grava sulle spalle della comunità e che dovrebbe rientrare nel calcolo delle costo del nucleare;
ma come è possibile eseguire una stima di costo effettivo se tutta la parte dell'eredità improduttiva, dei rifiuti prodotti dal e con il nucleare, non ha ancora trovato una soluzione?
Ciò accade in tutto il mondo e non solo in Italia ed i politici dovrebbero dirlo:
ma questo è solo un piccolo aspetto delle bugie che vengono pedissequamente raccontate in tema di energia.
Si continua a sostenere che il nucleare è un bisogno ed è insostituibile, quando i dati forniti dal gestore della rete non lasciano molti dubbi:
le reti di distribuzione non sono nazionali bensì europee ed il ciclo produttivo elettronucleare non prevede la possibilità di spegnimento della produzione, per cui gli esuberi vengono messi in rete a costi bassi e praticamente chi usufruisce di questo servizio non è un vigliacco che non si fa carico delle sue responsabilità ma utilizza un bene che in quel momento ha una produzione in esubero.
Per cui, concludendo, sulle opportunità io credo che siano altre quelle del e per il territorio:
una seria opportunità sarebbe data dal confronto tra i cittadini che sul territorio ci abitano, alla ricerca di equilibri rispettosi dell'ambiente, con un occhio al passato e la coscienza rivolta al futuro, che non lasci una eredità scellerata ai nostri figli.
Gianpaolo Bardini
lunedì 18 ottobre 2010
Legambiente prende distanze dal Pd «Per Caorso contrari al centro-ricerca del nucleare di quarta generazione»
«VALORIZZARE ERSE E LEAP» - Sull'altro piatto della bilancia, oltre all'ipotesi di lavorare su nuove invenzioni come il fotovoltaico organico, Legambiente mette le risorse piacentine: «Le forze politiche purtroppo ignorano che a Piacenza abbiamo l'Erse, punto di eccellenza europea se non mondiale con il proprio progetto Apollon di ricerca sul fotovoltaico a concentrazione e con i progetti sulle smart-grid e sulle altre fonti rinnovabili; e abbiamo inoltre il Leap con le sue ricerche nel campo della generazione di energia termica ad alta efficienza, dell'energia da biomassa, del solare fotovoltaico e dell'eolico». Niente di più lontano quindi dalla volontà di sperimentare la quarta generazione a Caorso. Il nucleare inoltre, secondo Legambiente, potrebbe incidere minimamente sul problema più urgente del "riscaldamento globale" e non in tempi utili.
I MOTIVI DEL "NO" - Non ci sono solo le ombre dei costi, ma anche il rischio di un buco nell'acqua. «Innanzitutto da un punto di vista ambientale il nucleare di quarta generazione non serve a risolvere gli attuali e immediati problemi energetici dell'Italia né tantomeno quelli legati ai cambiamenti climatici. E' risaputo infatti che l'aumento di due gradi della temperatura media planetaria è da ritenersi come l'incremento massimo accettabile per evitare conseguenze catastrofiche e la concentrazione massima accettabile di anidride carbonica nell'atmosfera, secondo le previsioni degli esperti, potrà arrivare a 450 ppm, contro l'attuale concentrazione media di 387 ppm. Considerando quindi l'attuale tendenza di crescita di CO2 e gas serra, potremmo raggiungere la soglia critica entro il prossimo decennio o poco più». Non convincono poi i tempi, prosegue Legambiente: «Non dimentichiamo che il nucleare di quarta generazione potrebbe forse offrire fra 30 anni un contributo assolutamente marginale alla produzione di energia, relativo alla sola produzione di elettricità, che costituisce appena un terzo dei consumi di fonti primarie. L'obiettivo dell'Unione Europea è invece quello di ridurre il nostro fabbisogno di fonti primarie del 40 per cento entro il prossimo decennio».
e. m.
Libertà 17/10/2010 pagina 41
mercoledì 11 agosto 2010
"Nucleare pericoloso la Russia insegna"
Parla il direttore di Greenpeace: "Il fuoco non minaccia solo le centrali, ma anche gli impianti che trattano le scorie. Anche un black-out di pochi minuti porterebbe all'emergenza"
di ANTONIO CIANCIULLOOltre alla minaccia terroristica, alla carenza di acqua dolce per il raffreddamento degli impianti e ai costi che s'impennano, per il nucleare arriva ora la grana incendi: lo scenario della Russia di questi giorni ci offre una nuova visione dei rischi legati alle centrali atomiche. Da una parte Chernobyl torna a manifestare i suoi effetti, dall'altra l'assedio delle fiamme attorno agli impianti nucleari rivela una minaccia finora poco considerata.
Come è possibile che, a distanza di 24 anni dalla catastrofe che ha distrutto il reattore ucraino, quella radioattività torni a essere un problema?
"I radionuclidi del cesio emesso nell'esplosione della centrale di Chernobyl si ridurranno a un millesimo solo fra tre secoli", risponde Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace. "Oggi il 60 per cento di quella radioattività è ancora lì, nel terreno e nelle piante: il fumo degli incendi la rimette in circolazione, anche se con un effetto locale, a differenza di quanto avvenne nel 1986, quando la nube radioattiva si alzò per chilometri seminando il suo carico distruttivo in un'area enorme".
Quindi nel conto degli incendi russi dobbiamo mettere anche la contaminazione radioattiva?
"Una parte della nube di Chernobyl è stata rimessa in circolazione. E' un elemento che va ad aggravare un bilancio sanitario già critico, visto che si è parlato di un raddoppio della mortalità a Mosca a causa del fumo degli incendi. Sono aumentati in maniera consistente sia il particolato, creando problemi immediati alla respirazione, che elementi cancerogeni come il benzene".
Altri incendi minacciano le centrali nucleari.
"Non solo le centrali, anche gli altri impianti nucleari. Ad esempio quelli del centro atomico di Mayak, negli Urali, dove c'è un deposito a cielo aperto di scorie nucleari in cui sono stoccate 40 tonnellate di plutonio".
Qual è il rischio?
"Ci sono vari livelli di rischio. Supponiamo ad esempio che le fiamme colpiscano solo le linee esterne di trasmissione della corrente elettrica, i trasformatori. Ebbene la centrale si troverebbe isolata e si dovrebbe procedere a un arresto rapido del reattore, una procedura che comporta sempre una certa dose di rischio".
E' già successo?
"E' successo proprio a Mayak il 3 settembre del 2000. Per venti minuti fu interrotta la fornitura elettrica e lanciato il sistema di sicurezza basato su motori diesel. Quei motori erano in condizione di lavorare solo per 30 minuti, se il problema fosse durato più a lungo si sarebbe entrati in una situazione critica".
Un problema del genere potrebbe riguardare anche gli impianti che il governo Berlusconi vuole costruire in Italia?
"Nel nostro caso si parla di reattori epr per i quali è previsto un tetto di due minuti per circoscrivere un incendio. Quando guardiamo quello che sta succedendo in Russia e pensiamo che con i cambiamenti climatici andrà sempre peggio...."
Link all'articolo originale pubblicato da repubblica.it 11 Agosto 2010
venerdì 23 luglio 2010
«Indagine epidemiologica? Troppo tardi»
Miserotti: «Perso il treno». Fabbri: «La valutazione di fattibilità è iniziata» | |
Arturo, un gigante che semina scorie e malattie? Il presidente dell'ordine dei medici Giuseppe Miserotti interviene sulla possibilità di avviare un'indagine epidemiologica sulla popolazione a più di 20 anni dalla scomparsa della centrale caorsana sulla scena del nucleare. Non torna la partenza delle indagini dopo così tanti anni. |
giovedì 22 luglio 2010
«Per 20 anni non servirà costruire centrali nucleari»
Nel caso dell'efficienza energetica, si tratta dell'opzione economicamente più conveniente, secondo il rapporto, mentre lo sviluppo delle fonti rinnovabili, «entro il prossimo decennio, avrà un forte impulso tecnologico e potrebbe diventare una delle attività trainanti delle esportazioni».
Lo studio suggerisce che per i prossimi 20 anni, venga sviluppata e applicata la cattura e sequestro della Co2. «Una tecnologia innovativa, con grandi potenzialità di sviluppo - si legge nella ricerca - con la quale l'Italia non partirebbe in ritardo, come per il nucleare ma potrebbe essere tra i primi Paesi al mondo».
La ricerca del Cnel è la prima che considera come chiave di volta il 2009, l'anno della crisi. Anno in cui l'energia elettrica richiesta è calata del 6,7%, cioè 22 TWh in meno del 2008, mentre nel decennio pre-crisi era aumentata del 25%. Lo studio ipotizza due scenari di crescita del settore elettrico nel suo insieme. In entrambi, le rinnovabili giocano un ruolo importante.
Le due prospettive tengono conto della domanda e del mix energetico. Quest'ultimo è la variabile tra le due ipotesi. Nel primo caso, si è tenuto conto delle tendenze che hanno recentemente caratterizzato la crescita delle diverse componenti della produzione elettrica. Nel secondo, si fa riferimento agli obiettivi della politica energetica ambientale della Ue che spinge di più sulle rinnovabili. Nel primo scenario, il Cnel ipotizza un impatto sulla creazione di nuova occupazione di oltre 51mila unità (41mila da rinnovabili) dove, l'eolico è il segmento capace di fornire il 50% dei nuovi posti di lavoro. Ancora più roseo il secondo scenario, in base al quale, la nuova occupazione raggiungerebbe quota 102mila persone (99mila solo da rinnovabili) e in questo caso a trainare la richiesta di occupazione sarebbero l'eolico ed il fotovoltaico capaci di coprire oltre i due terzi dei nuovi occupati.
Libertà 22/07/2010 pagina 7
giovedì 8 luglio 2010
Manifesto NoNuke Piacenza
Per un'Italia libera dal nucleare,
per lo sviluppo dell'efficienza energetica
e per un futuro basato sulle fonti rinnovabili
- LE NUOVE CENTRALI NON SERVONO
- L'IMPORTAZIONE DI ENERGIA DIPENDE DA MOTIVAZIONI ECONOMICHE E SPECULATIVE
- NON E' VERO CHE CON L'ENERGIA NUCLEARE SI RISPARMIA
- CON IL NUCLEARE RINUNCIAMO A NUOVI POSTI DI LAVORO
- QUESTO NUCLEARE NON E' SICURO
- NON ESISTE ANCORA UNA PROCEDURA DI DISMISSIONE DELLE CENTRALI
Le tecniche e le procedure devono però essere ancora messe a punto e deve essere verificata in sito la loro efficacia.
- NON ESISTE UN DEPOSITO NAZIONALE, NE' COMUNITARIO, NE' MONDIALE PER LO STOCCAGGIO DEFINITIVO DELLE SCORIE AD ALTA ATTIVITA'
- DAL NUCLEARE CIVILE IL PLUTONIO, MATERIA PRIMA PER LE ARMI NUCLEARI
- LE CENTRALI NUCLEARI SONO UN OBIETTIVO SENSIBILE
- IL NUCLEARE NON GARANTIRA' IL RISPETTO DEGLI ACCORDI SUL CLIMA
- LA PRODUZIONE NUCLEARE RAPPRESENTA UN SISTEMA CENTRALIZZATO E ANTIDEMOCRATICO
- LA VERA ALTERNATIVA SONO L'EFFICIENZA ENERGETICA, IL RISPARMIO E LE FONTI RINNOVABILI